Venerdì 18 gennaio 2008, ore 21.30, Sala Kursaal di Grottammare (AP): per arti visive e sapienzialità, una serata su consulenza filosofica e azione psicomagica
Prosegue la rassegna Staccando l'ombra da terra a cura dell'associazione culturale Blow Up di Grottammare. Dopo lo straordinario concerto acustico di Carlo Muratori (vedi altro post), l'appuntamento di venerdì 18 gennaio sarà dedicato a un tema di forte interesse e attualità: la consulenza filosofica. Da alcuni anni l'esigenza di filosofia è tornata a farsi sentire anche tra il grande pubblico con fenomeni di successo come il festival della filosofia di Modena. La consulenza filosofica è fra gli aspetti di questa crescente domanda, e propone un modo diverso di affrontare i problemi dell'esistenza.
L'idea alla base della consulenza filosofica è semplice: tornare all'uso che della filosofia si faceva nell'antichità, quando questo sapere non disdegnava di confrontarsi anche con la vita di tutti i giorni. Rispetto a tutto ciò che ci accade e a tutto ciò che facciamo esiste la possibilità di filosofare, cioè di interrogarsi e di riflettere sul significato e il senso degli accadimenti che scandiscono l'esistenza. Chi sente questo bisogno può fare oggi ricorso alla competenza filosofica di specialisti di filosofia che, dialogando, consentono di orientarsi con maggiore elasticità ed efficacia rispetto a quegli aspetti della vita percepiti come difficili.
La serata-conferenza organizzata da Blow Up per venerdì 18 gennaio offrirà la possibilità di conoscere questa nuova realtà insieme a Maria Maistrini e Moreno Montanari, insegnanti di filosofia e consulenti filosofici. L'incontro sarà dedicato alla consulenza filosofica e all'azione psicomagica con riferimenti ad Alejandro e Christobal Jodorowsky. Verranno proiettate sequenze tratte dallo spettacolo della tournée italiana "Alejandro Jodorowsky - Conversazioni sulle vie dei tarocchi"
lunedì 14 gennaio 2008
domenica 13 gennaio 2008
recensione di sex and violence - percorsi nel cinema estremo
da close-up, articolo di Andrea Esposito
In copertina c’è un’immagine tratta da L’ultima casa a sinistra, un nome – oscuro per chi non conosce il film – inciso nel sangue che sgorga dal petto di una donna. La quarta di copertina riporta una frase di William Blake: ‘La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza’. Si presenta così Sex and Violence. Percorsi nel cinema estremo, l’affascinante volume di Roberto Curti e Tommaso La Selva edito da Lindau in una ’nuova edizione riveduta e ampliata’. Già all’opera per Nocturno cinema, i due autori raccontano qui la storia di uno sguardo proibito, di un cinema eccessivo, disturbante, pericoloso, cinema nascosto per vocazione e per necessità, sporco, violento. Un meraviglioso viaggio al termine della notte, dalla sexploitation al gore, dal Movimento Panico di Arrabal, Jodorowsky e Topor alle mostruose frontiere spalancate a Oriente da Nagisa Oshima, Miike Takashi, Ishii Teruo, Ishii Takashi. Lo slasher e il rape & revenge, la body art e gli azionisti viennesi, le orge dei diavoli di Ken Russell, la Factory di Warhol, la coprofagia di Pink Flamingos.
Curti e La Selva catalogano ciò che non è catalogabile, raccontano le strade perdute di quei film che hanno scelto di mostrare ciò che non si può mostrare. E il loro primo merito è sicuramente quello di aver avuto ragione di un materiale oscuro e magmatico, sulfureo, riuscendo a districare da esso una convincente linea logica. E’ come se avessero scoperto l’intelaiatura, nella Storia del Cinema, di un tracciato parallelo fatto di pulsioni proibite, di un cinema composto dai rimossi del contemporaneo. Così la catalogazione che ne viene fuori, necessariamente frustrata sul piano della completezza, risulta straordinariamente lucida e coerente: si delinea una specifica mentalità, un’affine idea di cinema che sta dietro ad esperienze lontanissime, a poetiche contrastanti e inconciliabili. In un modo o nell’altro, tutti gli sguardi qui raccolti infrangono tabù e partecipano di un monumentale processo di allargamento del visibile. Esprimono l’esigenza di vedere che fonda il desiderio cinematografico nei termini di bisogno, di inappagata necessità corporea.
La storia di Sex and Violence non è, però, una storia di scandali: o meglio, è la storia di film che hanno fatto e fanno scandalo, ma in misura e per motivi diversi. C’è chi, riprendendo Ungari (Immagini del disastro. Cinema, shock e tabù), punta a spostare i limiti della rappresentazione e chi punta invece a rovesciarla del tutto. Così, i ‘filmacci’ e l’opera di Ferreri si dividono la pagina, vicino ai bukkake c’è Cronenberg, vicino a Ilsa la belva delle SS c’è Salò. Ma proprio in questa commistione continua tra basso e alto c’è un compiuto atto d’eversione critica, che costringe il lettore-spettatore a riconsiderare le proprie gerarchie e griglie di giudizio, il criterio stesso del suo senso estetico e morale. La lettura costringe al ripensamento.
Curti e La Selva ci mettono passione, critica puntuale e profondità d’analisi. Pagine eccellenti su Kern, Jesus Franco, sui Mondo Movie. E momenti folgoranti sui ‘teorici della provocazione’ come Borowczyk e Makavejev. Le note approfondiscono, allargano il discorso e invitano all’approfondimento, a scavare ancora e altrove. Entusiasma questa capacità di infettare il lettore, di fargli desiderare, dopo la lettura, di vedere e vedere di più. Ed è questo l’omaggio che meglio si addice ad un cinema invisibile che ha brechtianamente scelto di sedersi dalla parte del torto. Ma, forse, risulterà più consono citare Carlos Reichenbach: ‘Nell’impossibilità di fare il meglio, dobbiamo fare il peggio’.
Autore: Roberto Curti, Tommaso La Selva
Titolo: Sex and Violence. Percorsi nel cinema estremo
Editore: Lindau
Collana: Le comete
Anno: 2007 (prima edizione 2003)
Dati: 626 pagine, 19 fotografie b/n
Prezzo: 32 euro
Web info: www.lindau.it
Acquistabile presso: tutte le librerie e Ibs on-line
In copertina c’è un’immagine tratta da L’ultima casa a sinistra, un nome – oscuro per chi non conosce il film – inciso nel sangue che sgorga dal petto di una donna. La quarta di copertina riporta una frase di William Blake: ‘La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza’. Si presenta così Sex and Violence. Percorsi nel cinema estremo, l’affascinante volume di Roberto Curti e Tommaso La Selva edito da Lindau in una ’nuova edizione riveduta e ampliata’. Già all’opera per Nocturno cinema, i due autori raccontano qui la storia di uno sguardo proibito, di un cinema eccessivo, disturbante, pericoloso, cinema nascosto per vocazione e per necessità, sporco, violento. Un meraviglioso viaggio al termine della notte, dalla sexploitation al gore, dal Movimento Panico di Arrabal, Jodorowsky e Topor alle mostruose frontiere spalancate a Oriente da Nagisa Oshima, Miike Takashi, Ishii Teruo, Ishii Takashi. Lo slasher e il rape & revenge, la body art e gli azionisti viennesi, le orge dei diavoli di Ken Russell, la Factory di Warhol, la coprofagia di Pink Flamingos.
Curti e La Selva catalogano ciò che non è catalogabile, raccontano le strade perdute di quei film che hanno scelto di mostrare ciò che non si può mostrare. E il loro primo merito è sicuramente quello di aver avuto ragione di un materiale oscuro e magmatico, sulfureo, riuscendo a districare da esso una convincente linea logica. E’ come se avessero scoperto l’intelaiatura, nella Storia del Cinema, di un tracciato parallelo fatto di pulsioni proibite, di un cinema composto dai rimossi del contemporaneo. Così la catalogazione che ne viene fuori, necessariamente frustrata sul piano della completezza, risulta straordinariamente lucida e coerente: si delinea una specifica mentalità, un’affine idea di cinema che sta dietro ad esperienze lontanissime, a poetiche contrastanti e inconciliabili. In un modo o nell’altro, tutti gli sguardi qui raccolti infrangono tabù e partecipano di un monumentale processo di allargamento del visibile. Esprimono l’esigenza di vedere che fonda il desiderio cinematografico nei termini di bisogno, di inappagata necessità corporea.
La storia di Sex and Violence non è, però, una storia di scandali: o meglio, è la storia di film che hanno fatto e fanno scandalo, ma in misura e per motivi diversi. C’è chi, riprendendo Ungari (Immagini del disastro. Cinema, shock e tabù), punta a spostare i limiti della rappresentazione e chi punta invece a rovesciarla del tutto. Così, i ‘filmacci’ e l’opera di Ferreri si dividono la pagina, vicino ai bukkake c’è Cronenberg, vicino a Ilsa la belva delle SS c’è Salò. Ma proprio in questa commistione continua tra basso e alto c’è un compiuto atto d’eversione critica, che costringe il lettore-spettatore a riconsiderare le proprie gerarchie e griglie di giudizio, il criterio stesso del suo senso estetico e morale. La lettura costringe al ripensamento.
Curti e La Selva ci mettono passione, critica puntuale e profondità d’analisi. Pagine eccellenti su Kern, Jesus Franco, sui Mondo Movie. E momenti folgoranti sui ‘teorici della provocazione’ come Borowczyk e Makavejev. Le note approfondiscono, allargano il discorso e invitano all’approfondimento, a scavare ancora e altrove. Entusiasma questa capacità di infettare il lettore, di fargli desiderare, dopo la lettura, di vedere e vedere di più. Ed è questo l’omaggio che meglio si addice ad un cinema invisibile che ha brechtianamente scelto di sedersi dalla parte del torto. Ma, forse, risulterà più consono citare Carlos Reichenbach: ‘Nell’impossibilità di fare il meglio, dobbiamo fare il peggio’.
Autore: Roberto Curti, Tommaso La Selva
Titolo: Sex and Violence. Percorsi nel cinema estremo
Editore: Lindau
Collana: Le comete
Anno: 2007 (prima edizione 2003)
Dati: 626 pagine, 19 fotografie b/n
Prezzo: 32 euro
Web info: www.lindau.it
Acquistabile presso: tutte le librerie e Ibs on-line
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