lunedì 3 marzo 2008

torna di moda l'assalto al treno!

I Giornata Nazionale delle ferrovie dimenticate
Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) è una confederazione di associazioni che si occupano di mobilità alternativa, tempo libero e attività outdoor. Nel febbraio 2007 è stato presentato in Parlamento un progetto di legge per il riuso del patrimonio ferroviario in abbandono e per la creazione di una rete nazionale di mobilità dolce, aperta a pedoni, ciclisti, cavalieri, utenti a mobilità ridotta ecc. In appoggio al progetto è stata raccolta una petizione popolare con oltre 6000 firmatari.
Attualmente il progetto di legge è in corso di esame alla Commissione LL.PP. del Senato. Per tale ragione e al fine di accelerare la sua marcia, ma anche per mantenere costante l’attenzione al tema, Co.Mo.Do. ha indetto una Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, la cui prima edizione si è tenuta domenica 2 marzo 2008 con iniziative ed eventi sparsi per tutta Italia. Il patrimonio ferroviario dismesso ammonta a oltre 5000 km. e tende ad aumentare con la costruzione di rettifiche o varianti di percorso. Solo una piccola parte di questo patrimonio è stato riutilizzato sottoforma di percorsi ciclo-pedonali. Al tempo stesso alcune ipotesi di ripresa del servizio ferroviario si scontrano con la miopia dei politici. Co.Mo.Do. ritiene che questo patrimonio vada riutilizzato nel modo e nella misura più efficaci e funzionali possibili, come si sta facendo in Spagna, nel Regno Unito, nel Belgio, in Francia.
In tutto il Paese esistono piccole ferrovie che potrebbero potenzialmente funzionare come veicoli per un turismo diverso, meno rischioso per l’ambiente e più vicino alle realtà locali. Così come esiste tutto un patrimonio di impianti (stazioni, depositi, ponti, gallerie ecc.) e di rotabili che meritano considerazione e rispetto per la ricerca ingegneristica che li ha creati. La giornata delle ferrovie dimenticate si è occupata anche di questo aspetto del ‘mondo’ ferroviario che appare dimenticato o sottoutilizzato.

Grazie a Paolo Merlini per la segnalazione

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