martedì 25 dicembre 2007
l'amaro caso del cavaliere squallido: ottimo editoriale di mariuccia ciotta su il manifesto
Piange il telefono
di Mariuccia Ciotta
Il telefono «ha delle zone oniriche», aveva detto Berlusconi per difendersi dalle intercettazioni pubblicate su Repubblica. Adesso conosciamo i «sogni» del cavaliere e del suo fido scudiero Agostino Saccà, responsabile della fiction Rai, nell'impalbabile sostanza delle loro voci, intonazioni e intercalare compresi. L'audio della telefonata, infatti, circola da ieri sul web, gettonata da una moltitudine di utenti, e già hit di You Tube. Ecco il tono ossequioso di Saccà che «senza nessuna piangeria» piange al telefono per il «disturbo» arrecato al capo della tv concorrente, al quale chiede un aiuto per «conservare la maggioranza» nel consiglio di amministrazione della Rai.
Berlusconi è brusco e si concede appena agli inchini di Saccà («lei è il più amato nel paese... è stupendo... c'è un vuoto che lei copre anche emotivamente»). Vuole arrivare al sodo: «È Urbani che fa lo stronzo?». L'eloquio di Saccà si ingarbuglia alla perentorietà del capo che non ha tempo da perdere con il «suo vecchio amico». Si stupirà che sia considerato «un pubblico ufficiale», cosa che gli è valsa un'accusa di corruzione. E lui che pensava di parlare con un suo dipendente, uno a cui fare l'elenco della spesa spettacolar-politica e impartire certi ordini di servizio da eseguire con un «digli testualmente che io t'ho chiamato».
L'audio della telefonata è umiliante, ma non solo per i due interlocutori, lo è per chiunque ascolti, messo davanti all'evidenza materiale delle voci, fuori dal testo freddo pubblicato dai giornali. L'umiliazione di orecchiare la verità, di sapere per vie indecenti, attraverso il buco della serratura, come si amministra la cosa pubblica.
Dell'ingerenza pesante di Berlusconi nella Rai, della relazione tra lui e Saccà, si sapeva da tempo. Il cavaliere è abituato da sempre a intimidire, cancellare dal video o pagare i collaborazionisti. Ma non c'era nessuno disposto a testimoniarlo. Ci voleva il sonoro in diretta per cogliere la flagranza del reato. La Rai ridotta a cortile di Mediaset.
Non c'è scampo di fronte alla telefonata confidenziale, che al di là del merito, dice l'intimità dei due, uno padrone l'altro servo, tanto che Saccà interrompe le richieste di Berlusconi con un «lei è la persona più civile, più corretta». Ma come? Non gli sta chiedendo di farsi complice della corruzione di un senatore della repubblica?
E si capisce l'ira di Berlusconi che se prima aveva liquidato le intercettazioni con una alzata di spalla, ora esplode e si scaglia contro la Rai dove lavora solo «chi si prostituisce o chi è di sinistra». Agostino Saccà non è di sinistra. E, trascinato dalla furia, il cavaliere spazza via anche il suo uomo, al quale ha promesso sostegno per la sua «città della fiction», perché «in Rai non c'è nessuno che non sia raccomandato». Che la tv di stato sia spartita tra i partiti è anche vero, la lottizzazione è la degenerazione della rappresentanza politica, ma per Berlusconi è tutto e solo compravendita, e infatti il direttore generale «non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato». Il bersaglio è Cappon (anche se la sua reazione è stata debole) che ha avviato una inchiesta interna dopo la pubblicazione delle intercettazioni e che gli ha scompigliato i giochi in un cda ancora sotto dominio berlusconiano.
L'indignazione che sale adesso da viale Mazzini, covo di prostituti e di comunisti, speriamo che non si ricomponga come sempre in equilibrismi e opportunismi. E che dilaghi anche nei piani alti del palazzo, là dove si sta trattando con il leader del conflitto di interessi, senza più nascondersi dietro il garantismo, e ci riferiamo al Prc. È un audio scaricato da internet a garantirci che le regole non può dettarle un fuorilegge.
(il manifesto, 21/12/2007)
cliccando qua si può ascoltare l'intercettazione della telefonata fra il cavaliere e l'ottimo saccà
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